On our site we are a "scream" help, to give voice to men, women and children of extreme lands of the Himalayas, where life struggles every day against death. Sometimes it takes very little to give hope to the less fortunate ... to begin with you have to be there.
giovedì 4 agosto 2011
Earth Mater Expedition 2011 vs Esperimento ERMES del Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso
Un gruppo di ricercatori italiani della EXPLORA, a conclusione dell’Anno Internazionale Polare 2007/2008, hanno dato vita al Progetto “EARTH MATER” con gli scopi di unire la scienza e l’avventura. Tra le molteplici finalità, hanno organizzato il tentativo di salita a una “Montagna senza Nome” nell’HIMALAIA, sulla catena montuosa dell’area del Rolwaling sulla catena montuosa dell’Everest.
Il Progetto “EARTH MATER” è un programma scientifico finalizzato, essenzialmente, alla ricerca delle regioni considerate estreme per la vita umana. Il progetto è la continuazione della “SAXUM EXPEDITION” 2008, effettuata nella Groenlandia Orientale, per avviare lo studio delle popolazioni artiche di etnia mongola come gli INUIT, con lo scopo di confrontare i risultati della ricerca, tramite la collaborazione del popolo Tamang e Sherpa dell’Himalaia.
Il Progetto “EARTH MATER” ha inoltre, come obbiettivi primari, quelli della divulgazione delle nuove ricerche scientifiche e della didattica, volti a trasmettere e contribuire nell’ampio panorama scientifico internazionale, alle nuove generazioni ed alla classe politica le conoscenze acquisite e la consapevolezza delle nostre responsabilità nella conservazione della vita sul pianeta Terra.
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Scopi della spedizione erano i seguenti:
1. Simbolico:
a) Sviluppo del Progetto “Pietre e Popoli: con la donazione di una roccia del Gran Sasso sulle vette Himalayane ,con sopra inciso: ”..Ove la pietra è figlia della Luce..” G. d’Annunzio, in occasione al 150° Anniversario dell’Unità d’Italia . Scalata ed esplorazione di una Montagna senza Nome in uno dei satelliti dell’ Everest - Rolwaling .
b) Sviluppo del Progetto “Carta dei Popoli Artici” Il popolo Tamang e Sherpa: “Ricerca della Tribù Perduta”.
2. Medico-scientifico:
a) Campionamento e studio delle rocce dell’area montuosa del Rolwaling, immersioni sul lago glaciale, Tsho-Rolpa a 4580 metri (27°lago in altezza al mondo).Collaborazione con i Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso - INFN / LNGS: con l'Esperimento ERMES ,responsabile il Prof. Wolfango Plastino.
The Gran Sasso National Laboratory - National Institute of Nuclear Physics (LNGS-INFN) is located inside the largest aquifer of the Central Italy. The hydrological and hydrogeological properties have been monitored and studied during construction of the highway tunnel and LNGS-INFN. These studies have emphasized a complex structure of aquifer due to geological and lithological settings. The presence of semi-permeable and / or impermeable structures produce different hydrologic and geochemical patterns in the various compartments of the aquifer.
Within the framework of the INFN´s scientific program ERMES (Environmental Radioactivity Monitoring for Earth Sciences) radon (222Rn), radiocarbon (14C) and tritium (3H) are monitored in the groundwater inside the LNGS-INFN, and different chemical, physical and fluid dynamical characteristics of groundwater have been detected. The uranium (U) groundwater monitoring started on June 2008 with the aim of better defining the 222Rn groundwater transport processes through the cataclastic rocks as well as to check its contribution to the neutron background at the LNGS-INFN.
The cosmic noise reduction observed at the LNGS-INFN makes it possible to perform high precision 14C measurements and ERMES extended the present maximum dating limit from 58,000 BP to 62,000 BP (5 mL, 3 days counting).
ERMES applied to Fluid Earth Physics, particularly to lagrangian atmospheric transport modelling and oceanic benthic boundary layer confirmed the unique opportunity to perform radioactivity measurements in an ultra low level background environment such as LNGS-INFN.
b) Campionamento e studio dei microrganismi acquatici in ambienti estremi già effettuate in: Islanda - Groenlandia - Alpi occidentali e Appennino Centrali - Perù - Etiopia .
c) Mappatura orale e prelievo di mucosa orale (tramite impronte siliconiche, DNA) degli abitanti dei villaggi del Rolwaling.
3. Umanitario-divulgativo:
a) Realizzazione e vendita a spedizione conclusa, del libro fotografico “Earth Mater Expedition 2011” The lost Tribe”, i cui proventi saranno devoluti agli abitanti dei villaggi Tamang e Sherpa per lo sviluppo e creazione di un Museo-Scuola: Progetto “Identità Perdute”,in accordo e collaborazione con il Prof.Prem Khatri di Kathmandu.
4. Alpinistico:
Descrizione:
Lo sviluppo orografico della valle si stende da ovest ad est ai piedi del Gauri Shankar (7145 m) il Rolwaling è un’area isolata e culturalmente diversa dal resto del Nepal, una quieta regione di montagna, raramente visitata, che concede di assaporare un’atmosfera ancora incontaminata.
La parte bassa della valle è ampia e caratterizzata da un ambiente tropicale, foreste, terrazzamenti,insediamenti agricoli. Salendo di quota le gole profonde danno accesso ai circhi morenici della parte più alta che, dominata da Chobutse (6685), Takargo (6790 m) e Tengi-Ragi Tau (6943 m) trova un passaggio
verso il Kumbu, Namche Bazar e la regione dell’Everest attraverso il passo glaciale del Tesi Lapcha (5700m) tra il Tengi-Ragi Tau ed il Parchamo. La traversata si svolge in una area che seppur popolata è praticamente priva di collegamenti con la “civiltà”.
Nella parte alta si passano più giorni sui ghiacciai e l’isolamento e difficoltà di ritirata in caso di maltempo si fanno seri. Negli ultimi anni si sono verificati degli imponenti crolli di roccia del Tshoboje 6689 metri sulla destra orografica oltre il lago Tsho-Rolpa otre i 4800m. La via ideale effettuata per salire oltre il grande ghiacciaio Dorolambao occorre traversare tutto il ghiacciaio Trakardang fino all’imponente muro di ghiaccio inviolato del Bigphera.Go-Shar 6900 m e salire con difficoltà alpinistiche 3° grado i canali e le placche al di sotto seraccata di confluenza dei due ghiacciai (pericolo di valanghe).Ugualmente per la discesa dal Thasi Lapcha il pericolo delle valanghe è costante.Abbiamo attrezzato con corde il canale sud che porta in vetta del ripidissimo Tengi-Ragi-Tau (6943 m) da quota 5800 a 5100 metri.
Fase operativa:
1. Rolwaling: Singati 920 metri – Simigaon 2000 (3 giorni) Temp. 20-25 C° Singati; Temp. 10-5 C° Simigaon
2. Simigaon 2000 metri slm/ Beding 3600 metri slm/ Na 4180 Metri slm (3 giorni). Temp. 10 C° a -2C°.
3. Due giorni di acclimatazione.
4. Da Na 4180 metri al campo sul ghiacciaio, oltre il lago glaciale Tsho Rolpa a 4800 metri. Il lago era completamente ghiacciato. Temp. – 2C° a – 5C° ,campo intermedio,in condizioni invernali, lunga marcia tra enormi blocchi di granito e ghiaccio del ghiacciaio al di sotto del Bigphera Go-Shar 6900metri. Posizionamento del campo "Seracco".Dopo aver superato una bastionata rocciosa con passaggi di II° e III° su placche e canali, oltrepassiamo la seraccata del ghiacciaio Dolambau. Neve fresca nei canali, oltre i 50 cm di spessore.Progressione dura e "delicata" per il pericolo di valanghe.
5. Viene collocato un campo sul ghiacciaio a 5400 metri. Tempo brutto, nevica. Una valanga passa a un centinaio di metri dal campo. 40 cm di neve fresca. Stabiliamo un campo sotto un seracco “protettivo”. Temperature medie giornaliere – 3C° , - 10C°. Doniamo i calzini termici di riserva ai nostri portatori, oltre agli scarponi da trekking. Superiamo varie placche di roccia ghiacciate e canali. Condizioni pessime del tempo (temperatura invernale). Area selvaggia, remota e priva di collegamenti; un eventuale recupero in elicottero sarebbe molto difficoltoso.
6. Salita al Tashi Lapca e percorrendo la cresta del Parchamo,oltre i 5880 metri. Tempo brutto, continua a nevicare. Con il satellitare il metereologo Dott. Madrigali, ci comunica la presenza di un vortice ciclonico a 5500 metri al di sotto di noi. Si preannuncia un forte maltempo. Incontriamo il cadavere di un uomo, morto negli anni passati. Gli Sherpa chiamano quell’area la “Tomba”. Posizioniamo la pietra del Vittoriale degli italiani.
7. viene collocato il campo a 5700 metri. Le temperature sono al di sotto dei – 10C°, vento . inizia il campionamento delle rocce per conto dell’INFN del Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso.
8. il tempo continua ad essere brutto. Attrezziamo con corde fisse i canali di discesa al di sopra del campo base dei giapponesi (per il Parchamo e Tengi-Ragi- Tau). 1000 metri di discesa con il pericolo costante di valanghe, lungo i ripidi canali ghiacciati del Tengi Ragi di circa 7000 metri. Nevica.
9. Arrivo al villaggio di Thame a 3800m; continua a nevicare. Tutto bene.
10. Arrivo a Nanche Bazar a 3400metri, incontro con Anu Sherpa, componente della Spedizione Italiana all’Everest del 1973 di Guido Monzino. Grande Emozione.
11. Arrivo a Lukla a 2800 mt. oltre 151 Km e 9969 metri di dislivello complessivi, tra valli e monti dell’Himalaya remota.
I componenti al spedizione:
Davide Peluzzi: -Capo Spedizione Earth Mater 2011 - CAI L’Aquila - Explora.
Ninma Tamang: - Guida Himalayana - Nepal
ROBERTO MADRIGALI (IN ITALIA):METEOREOLOGO - EXPLORA-
Paolo Trentini: C.N.S.A.S. Abruzzo CAI Teramo - Explora-
Federico Spada: C.N.S.A.S. Abruzzo CAI Teramo - Explora-
Roberto Ferrante: C.N.S.A.S. Abruzzo CAI Teramo - Explora-
Biagio Mengoli: C.N.S.A.S. Abruzzo - Explora-
Paolo De Laurentis: C.N.S.A.S. Abruzzo Guida Alpina - Explora-
11 membri tra portatori e cuoco (Tamang)della squadra della Trekking Destination
Con il supporto a Kathmandu di
Giorgio Marinelli - Presidente Perigeo
Maurizio Felici Guida Alpina - Explora
Metereologo : Roberto Madrigali
Esperimento ERMES dei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso INFN :Wolfango Plastino
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ExPlora Team
Esso ha lo scopo di apprendere e diffondere, tramite le individuali esperienze, la conoscenza del sapere umano.
Questa è la sfida
La condivisione e la conoscenza delle aree selvagge del Pianeta Terra. Attraverso lo studio dei Popoli"Estremi", messaggeri della vita sul pianeta.
Grandi spazi quali l'Artico, l'Himalaia, le Ande, l'Antartide e l'Africa saranno i "NOSTRI" luoghi di ricerca : LE TERRE ESTREME. Nel 2010 ci : recheremo in Himalaya..Alla ricerca della Tibù Perduta. Progetto esplorativo , umanitario, nelle valli remote dell'Himalaya, del Ganesh Himal e Rolwaling 2011.
Pietre e Popoli
Era l’anno 2004 nascita del progetto “Pietre e Popoli”, poi il 2005…2006
Un gesto primordiale di “unione e Pace tra i popoli”, là dove la terra tocca il cielo…
Sulla cima della vetta orientale del Gran Sasso si “riunirono” nel luglio 2005, il monte Bianco , l’Etna e il Vatnajokull (Islanda) con un semplice gesto: la donazione di una pietra con sopra inciso : "...Ove la Pietra è figlia della Luce.." Il Fanciullo - Gabriele D'Annunzio.
Poi nel 2006 seguirono il Cerro Torre – Patagonia, l’Everest-Nepal, montagne del Guatemala, del Bangladesch, le isole Far Oer .
I monti e
Nella storia dell’uomo ci sono periodi in cui si ragiona sulla montagna con più ardore, come se si volesse utilizzare come metro per misurare lo stato di salute del Mondo e del genere umano.
Il 2007-2008 Anno Internazionale Polare è uno di quei periodi legati sia nel bene che nel male alla ricerca e conservazione della Terra come necessità primaria per la qualità della vita e per la sopravvivenza, ma il Mondo nonostante l’uomo, continuerà a vivere .
I mass-media e i centri di potere economico e scientifico ricordano che siamo su l’orlo di una catastrofe globale ecologica, puntando l’indice su l’unico responsabile : l’uomo. Alcuni uomini tra ricercatori, scienziati, esploratori , uomini di cultura lanciano un monito! “Salviamo
Per questi e per tanti altri motivi di legame inscindibile con la nostra Madre Terra, il giorno 8 luglio c.m., sarà riproposto il Progetto “Pietre e Popoli” in collaborazione con l’Interamnia World Cup, saliremo per il quarto anno consecutivo sulla vetta orientale del Corno Grande (2903 mt slm) per depositare le pietre donateci da vari rappresentanti dei popoli e la pietra della vetta della Montagna “senza nome” prelevata in Groenlandia Orientale, durante la spedizione scientifico – alpinistica “ Saxum”( Autori: Davide Peluzzi e
Davide Peluzzi
Extreme Mountain the World :Gasherbrum IV
Traversata Sud-Nord del Ghiacciaio Vatnajokull -Iceland - Orfeo Expedition 2002
UNA STORIA D’ACQUA..GHIACCIO ..FUOCO VATNAJOKULL
Islanda 2002
La passione, lo sgomento e la felicità per quello che è definito wilderness, si percepisce dentro se stessi.
Sicuramente l’Islanda, terra incontaminata è il luogo ideale per provare tali sensazioni, dal ricordo fanciullesco e leggendario che stimola la mente e prende forma, azione, in quello che è chiamato: es-plorazione.
La traversata del Vatnajokull è stata programmata durante le fredde serate invernali trascorse davanti ad un buon bicchiere di birra.
Io e Adriano Lolli, abbiamo deciso di essere lì, nel bel mezzo del ghiacciaio più grande d’Europa (8300 Kmq).
Soli…..
Senza alcun aiuto esterno, per avere la possibilità di “perdersi”, ritrovando se stessi.
In quelle distese di ghiaccio, il ricordo di un filo d’erba sembra essere un pensiero prezioso e lontano, come in un sogno.
Il colore dominante è il bianco…..
Nella precedente avventura del 2000, avevamo fatto un primo tentativo di esplorare l’interno del ghiacciaio Vatnajokull, salendo per una nuova via sull’Oraefajokull 2119slm , la montagna più alta d’Islanda. (Airone Ott. 2001) . . .
Un mondo in apparenza sterile, gelido, ma nello stesso tempo bollente.
La spedizione “Orfeo”, oltre all’aspetto esplorativo alpinistico, si è aggiunto quello della ricerca scientifica, il prelievo di microrganismi acquatici in ambienti estremi, per conto dell’Università degli Studi dell’Aquila.
La ricerca scientifica è stata guidata dalla Dott.
Cercando la vita, dove gli elementi naturali sembrano volerla negare……
Partiamo, così arrivati a Keflavik, caricando la nostra jeep fino all’inverosimile, con sci, bob, viveri per 20 giorni e tutto il materiale alpinistico; ci dirigiamo verso i monti meridionali del grande ghiacciaio, alla ricerca della nostra “Euridice”.
Intanto piove.
Dopo aver oltrepassato Vik, la mole del Vatnajokull, domina nel vero senso della parola l’ambiente circostante, pinnacoli di basalto, fiumi vorticosi, sconfinate lingue glaciali con più di
L’orgoglio e la paura di “competere” con tali spazi selvaggi, sollecitava la nostra fantasia, conoscendo ben poco quelle enormi distese bianche.
Un mondo sterile, in apparenza, gelido, ventoso e nello stesso tempo bollente, con i suoi vulcani posti al di sotto del ghiacciaio.
Personalmente, con l’Islanda e il Vatnajokull, ho un rapporto legato ai tempi adolescenziali, quando fantasticavo leggendo le avventure esplorative del vichingo Erik il Rosso.
I primi esploratori di quelle terre a nord.
Pensavo, con un po’ d’invidia, a quegli uomini che per primi approdarono su questa terra incognita, così misteriosa per noi uomini moderni, figuriamoci per loro, che più di mille anni fa la visitarono.
Chissà quante emozioni provarono. Ormai perse per sempre. Gioia, paura, silenzi…
Nel mio intimo, mi sono immedesimato in quegli uomini….
Li immagino, distrutti dalla fatica del lungo viaggio, affamati, l’incognita del ritorno…e con un’immensa felicità che li ha avvolti in quella suprema “solitudine
Terra di ghiaccio: Iceland- Vatnajokull.
Guardando quelle imponenti lingue glaciali, provavo le stesse emozioni, infatti eravamo isolati e nessuno era a conoscenza della posizione del nostro itinerario alpinistico.
Arrivati alla morena del ghiacciaio Skalafeljokull (
Piove ancora, alla temperatura di 4° C.
Il giorno seguente, ci arrampichiamo trascinandoci dietro slitta e attrezzatura varia, alla quota di
Trainare la slitta è più faticoso di quanto avessi pensato, un peso statico, che ci crea problemi quando ci troviamo davanti agli enormi crepacci.
Nella zona centrale del Vatnajokull s’incontrano fratture lunghe km, con uno spessore di
Secondo campo base a quota
Durante la notte la temperatura scende di molti gradi con l’aiuto di un forte vento da nord (dia. Bandiera), la temperatura scende a – 5° C.
Dormire era difficoltoso a causa del forte vento, ma finalmente ci liberava dalle nuvole e dalla nebbia (dia nulla)
.Il giorno seguente il sole splendeva alto nel cielo.
Colori, silenzi, interrotti da fruscii e urla dei venti, lì nel mezzo del Vatnajokull a circa
Non più schiave del nostro corpo, libere e indipendenti.(dia tenda)
Smontiamo nuovamente la tenda, il vento forte da nord non ci lascia mai, ci dirigiamo verso il Kverfioll.
Tornano i grossi ammassi nuvolosi.
I panorami mozzafiato scompaiono di nuovo….nel “nulla”.
Il vento da nord ci soffia in faccia per tutta la giornata, rallentando la progressione.
Percepiamo dei tremori provenienti dal ghiacciaio, lì dove tutto è pianeggiante.
Con sgomento pensiamo a ciò che è al di sotto di noi, ed è tremendamente pericoloso: i vulcani attivi sottostanti.(Jokullaup).
Dopo 8 ore di marcia montiamo la tenda, nevica, prepariamo un pasto caldo.
L’interno della tenda in quel momento era il paradiso sopra l’apocalisse.
I tremori continuano per tutta la corta notte islandese, pensiamo che nel 1998, ci fu l’ultimo Jokullaup (esplosione del vulcano sottostante il ghiacciaio).
Un inferno d’acqua bollente e ghiaccio.
I pensieri e un vento fortissimo, che darà non pochi problemi alla nostra tenda, ma passiamo comunque la notte.
Il giorno seguente, il tempo non migliora e siamo completamente immersi nella nebbia, il vento si placa e continua a nevicare.
Siamo in due, lì, ospiti di un mondo ostile per l’essere umano. Nel frattempo preleviamo altri campioni d’acqua e ghiaccio sperando di trovare qualche microrganismo per
La nostra mente ormai era uscita dagli schemi tradizionali del mondo “civilizzato”, erano i nostri istinti primordiali di sopravvivenza, che regolavano le nostre ore.
Il mondo dei ghiacci era diventata la nostra “casa”. Ci sembrava di essere vissuti da sempre in quei posti.(dia)
In lontananza avvistiamo il Kverfioll (
Sensazioni primordiali, che innalzano la percezione del sentirsi vivi, apprezzandone ogni piccola sfumatura.
“ Vedi, io vivo nel regno dei sogni; la montagna mi introduce nel regno della realtà. Di fronte alla vita e alla morte, si dimostra a se stessi la propria sincerità”. Gary Hamming
Davide Peluzzi
..guardando il Kverfioll - "Orfeo Expedition"
L'Uomo e l'Universo
“L’uomo, nel corso della sua storia, spinto dalla sua sete di conoscenza, si è inoltrato nelle silenziose immensità del Polo Artico; un luogo dalle strane luci del cielo, meravigliosi e solitari panorami, visioni che portano sgomento e stupore nell’animo, simili al fascino dell’esplorazione umana dell’Universo…."
Davide Peluzzi n http://www.exploralimits.com/
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