On our site we are a "scream" help, to give voice to men, women and children of extreme lands of the Himalayas, where life struggles every day against death. Sometimes it takes very little to give hope to the less fortunate ... to begin with you have to be there.
giovedì 8 luglio 2010
La mitica città perduta di Chicuate e del lago dell’Inca
Esplorazione italo peruviana della Perigeo International nella cordigliera andina sulle tracce della mitica città perduta di Chicuate e del lago dell’Inca
Per la prima vota al mondo dei sub si sono immersi nelle acque gelide delle Huaringas peruviane, i laghi sacri della cordigliera settentrionale andina del Perù.
Lo scopo? Quello di intervenire a favore della popolazione locale nel duro scontro sociale che rischia di vedere questi luoghi unici, riserva di biodiversità e di un patrimonio culturale millenario, compromessi dallo sfruttamento minerario che la compagnia Rio Blanco vuole avviare nell'area.
Come? Andando alla scoperta dei patrimoni locali, sia culturali che naturali, con esplorazioni e ricerche che attirino l'attenzione dei media e del mondo su questa meravigliosa realtà.
Questa volta, attraverso l'immersione nelle Huaringas.
Sono stati i ricercatori della Perigeo International, una giovane struttura italiana con sede nelle Marche e già radicata in molti paesi del mondo, guidati dal Direttore dell'Associazione Gianluca Frinchillucci, a compiere l'impresa tra le acque della Laguna del Rey: la più remota, misteriosa e alta delle Huaringas, tanto importante da essere presente in tutte le leggende come la laguna dove venivano appositamente a bagnarsi i maggiori sovrani Inca.
Durante le immersioni svolte in ambiente estremo ad oltre 3600 metri di quota i tre sub che formavano la squadra, Massimo e Pierfranesco Intini (di origine Pugliese) e Gianluca Frinchllucci (di Sant'Angelo in Pontano, MC) hanno svolto anche campionamenti di altissimo interesse nell'arena scientifica internazionale, finalizzati alla valutazione della biodiversità acquatica di ambienti limite di alta quota che manifestano peculiarità ambientali uniche al mondo, ora allo studio del Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università de L'Aquila.
Al loro fianco il gruppo logistico e di ricerca della Perigeo, composto da Laura Bacalini (di Fermo), Samuele Sagripanti (di Monte Urano), Luca Natali (di Macerata) e Andrea Zampa (di Montelupone), che ha assistito i sub nell'immersione e condotto importanti osservazioni di rilevamento dati.
La Perigeo è stata invitata ad effettuare la ricerca dalle autorità locali che hanno anche co-finanziato l'impresa.
Oltre al permesso e al cofinanziamento delle autorità, il gruppo è stato sostenuto e affiancato in tutte le fasi della spedizione dai curanderos, i curatori carismatici della tradizione sciamanica andina, che hanno continuamente fatto riti e offerte per propiziare il buon esito delle ricerche.
I ricercatori e i sub della Perigeo hanno poi illustrato alla popolazione i risultati raggiunti.
La spedizione realizzata nell'Anno della Biodiversità gode di numerosi appoggi e patrocini.
Mentre si trovavano in Perù è arrivato il patrocinio di Legambiente Italia e dei Gruppi di Ricerca Ecologica, insieme a numerose lettere di politici, ricercatori e scienziati, tra cui il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica dell'Università di Bologna.
I ricercatori stanno rientrando dal Perú e già devono preparare lo zaino per la prossima spedizione, il monte Paldor in Himalaya.
"È stato un grande onore per noi ricevere l'invito e il sostegno da parte delle autorità peruviane ad effettuare questa spedizione" - commenta il Direttore della Perigeo International Gianluca Frinchillucci - "perché ciò significa che la Perigeo International sta diventando a pieno titolo strumento efficace di tutela dei patrimoni culturali dei popoli ed è stato per noi motivo di orgoglio rispondere prontamente alle richieste di aiuto per la salvaguardia del patrimonio culturale andino".
"Un patrimonio che qui ha radici profonde basate proprio sul complesso delle Huaringas, le lagune sacre attorno a cui si è sviluppata da tempo immemorabile una tradizione sciamanica che sopravvive ai nostri giorni e che rappresenta uno dei più importanti centri magico-religiosi dell'America Andina" - conferma Laura Bacalini, responsabile dei progetti della Perigeo International.
E proprio dalla popolazione locale viene il plauso più sentito all'operazione: "Questa immersione ha un significato molto grande per noi" - rivela la guida andina Dioniso Guerrero, che ha preso parte alla spedizione e ne ha aiutato l'organizzazione in rappresentanza delle autorità distrettuali locali - "Una ricerca per comprendere più a fondo i segreti custoditi dalle nostre lagune, ma anche un intervento fondamentale per la promozione e protezione delle nostre ricchezza naturali".
L'immersione, infatti, rientra nell'ambito del progetto ‘Ande del Nord: Uomo e Ambiente' promosso dalla Perigeo già dallo scorso anno con obiettivi oltre che di ricerca, anche di valorizzazione e tutela dell'area andina della cordigliera piurana.
"Questa spedizione - aggiunge il Dr. Frinchillucci - "è stata organizzata in occasione dell'Anno Internazionale della Biodiversità per attirare l'attenzione del mondo su questi luoghi, riserva di patrimoni culturali ancestrali (come quello del curanderismo), di rovine archeologiche illustri (come quelle del Cammino Reale dell'Inca) e di città perdute ancora da esplorare; ma dotati anche di un immenso patrimonio di biodiversità ambientale".
I ringraziamenti dell'associazione vanno a chi dall'Italia ha sostenuto gli sforzi: dal campione del mondo di apnea Umberto Pelizzari, Testimonial dall'Italia che ha incoraggiato nell'impresa alla Intermatica che ha reso possibili le comunicazioni.
ExPlora Team
Esso ha lo scopo di apprendere e diffondere, tramite le individuali esperienze, la conoscenza del sapere umano.
Questa è la sfida
La condivisione e la conoscenza delle aree selvagge del Pianeta Terra. Attraverso lo studio dei Popoli"Estremi", messaggeri della vita sul pianeta.
Grandi spazi quali l'Artico, l'Himalaia, le Ande, l'Antartide e l'Africa saranno i "NOSTRI" luoghi di ricerca : LE TERRE ESTREME. Nel 2010 ci : recheremo in Himalaya..Alla ricerca della Tibù Perduta. Progetto esplorativo , umanitario, nelle valli remote dell'Himalaya, del Ganesh Himal e Rolwaling 2011.
Pietre e Popoli
Era l’anno 2004 nascita del progetto “Pietre e Popoli”, poi il 2005…2006
Un gesto primordiale di “unione e Pace tra i popoli”, là dove la terra tocca il cielo…
Sulla cima della vetta orientale del Gran Sasso si “riunirono” nel luglio 2005, il monte Bianco , l’Etna e il Vatnajokull (Islanda) con un semplice gesto: la donazione di una pietra con sopra inciso : "...Ove la Pietra è figlia della Luce.." Il Fanciullo - Gabriele D'Annunzio.
Poi nel 2006 seguirono il Cerro Torre – Patagonia, l’Everest-Nepal, montagne del Guatemala, del Bangladesch, le isole Far Oer .
I monti e
Nella storia dell’uomo ci sono periodi in cui si ragiona sulla montagna con più ardore, come se si volesse utilizzare come metro per misurare lo stato di salute del Mondo e del genere umano.
Il 2007-2008 Anno Internazionale Polare è uno di quei periodi legati sia nel bene che nel male alla ricerca e conservazione della Terra come necessità primaria per la qualità della vita e per la sopravvivenza, ma il Mondo nonostante l’uomo, continuerà a vivere .
I mass-media e i centri di potere economico e scientifico ricordano che siamo su l’orlo di una catastrofe globale ecologica, puntando l’indice su l’unico responsabile : l’uomo. Alcuni uomini tra ricercatori, scienziati, esploratori , uomini di cultura lanciano un monito! “Salviamo
Per questi e per tanti altri motivi di legame inscindibile con la nostra Madre Terra, il giorno 8 luglio c.m., sarà riproposto il Progetto “Pietre e Popoli” in collaborazione con l’Interamnia World Cup, saliremo per il quarto anno consecutivo sulla vetta orientale del Corno Grande (2903 mt slm) per depositare le pietre donateci da vari rappresentanti dei popoli e la pietra della vetta della Montagna “senza nome” prelevata in Groenlandia Orientale, durante la spedizione scientifico – alpinistica “ Saxum”( Autori: Davide Peluzzi e
Davide Peluzzi
Extreme Mountain the World :Gasherbrum IV
Traversata Sud-Nord del Ghiacciaio Vatnajokull -Iceland - Orfeo Expedition 2002
UNA STORIA D’ACQUA..GHIACCIO ..FUOCO VATNAJOKULL
Islanda 2002
La passione, lo sgomento e la felicità per quello che è definito wilderness, si percepisce dentro se stessi.
Sicuramente l’Islanda, terra incontaminata è il luogo ideale per provare tali sensazioni, dal ricordo fanciullesco e leggendario che stimola la mente e prende forma, azione, in quello che è chiamato: es-plorazione.
La traversata del Vatnajokull è stata programmata durante le fredde serate invernali trascorse davanti ad un buon bicchiere di birra.
Io e Adriano Lolli, abbiamo deciso di essere lì, nel bel mezzo del ghiacciaio più grande d’Europa (8300 Kmq).
Soli…..
Senza alcun aiuto esterno, per avere la possibilità di “perdersi”, ritrovando se stessi.
In quelle distese di ghiaccio, il ricordo di un filo d’erba sembra essere un pensiero prezioso e lontano, come in un sogno.
Il colore dominante è il bianco…..
Nella precedente avventura del 2000, avevamo fatto un primo tentativo di esplorare l’interno del ghiacciaio Vatnajokull, salendo per una nuova via sull’Oraefajokull 2119slm , la montagna più alta d’Islanda. (Airone Ott. 2001) . . .
Un mondo in apparenza sterile, gelido, ma nello stesso tempo bollente.
La spedizione “Orfeo”, oltre all’aspetto esplorativo alpinistico, si è aggiunto quello della ricerca scientifica, il prelievo di microrganismi acquatici in ambienti estremi, per conto dell’Università degli Studi dell’Aquila.
La ricerca scientifica è stata guidata dalla Dott.
Cercando la vita, dove gli elementi naturali sembrano volerla negare……
Partiamo, così arrivati a Keflavik, caricando la nostra jeep fino all’inverosimile, con sci, bob, viveri per 20 giorni e tutto il materiale alpinistico; ci dirigiamo verso i monti meridionali del grande ghiacciaio, alla ricerca della nostra “Euridice”.
Intanto piove.
Dopo aver oltrepassato Vik, la mole del Vatnajokull, domina nel vero senso della parola l’ambiente circostante, pinnacoli di basalto, fiumi vorticosi, sconfinate lingue glaciali con più di
L’orgoglio e la paura di “competere” con tali spazi selvaggi, sollecitava la nostra fantasia, conoscendo ben poco quelle enormi distese bianche.
Un mondo sterile, in apparenza, gelido, ventoso e nello stesso tempo bollente, con i suoi vulcani posti al di sotto del ghiacciaio.
Personalmente, con l’Islanda e il Vatnajokull, ho un rapporto legato ai tempi adolescenziali, quando fantasticavo leggendo le avventure esplorative del vichingo Erik il Rosso.
I primi esploratori di quelle terre a nord.
Pensavo, con un po’ d’invidia, a quegli uomini che per primi approdarono su questa terra incognita, così misteriosa per noi uomini moderni, figuriamoci per loro, che più di mille anni fa la visitarono.
Chissà quante emozioni provarono. Ormai perse per sempre. Gioia, paura, silenzi…
Nel mio intimo, mi sono immedesimato in quegli uomini….
Li immagino, distrutti dalla fatica del lungo viaggio, affamati, l’incognita del ritorno…e con un’immensa felicità che li ha avvolti in quella suprema “solitudine
Terra di ghiaccio: Iceland- Vatnajokull.
Guardando quelle imponenti lingue glaciali, provavo le stesse emozioni, infatti eravamo isolati e nessuno era a conoscenza della posizione del nostro itinerario alpinistico.
Arrivati alla morena del ghiacciaio Skalafeljokull (
Piove ancora, alla temperatura di 4° C.
Il giorno seguente, ci arrampichiamo trascinandoci dietro slitta e attrezzatura varia, alla quota di
Trainare la slitta è più faticoso di quanto avessi pensato, un peso statico, che ci crea problemi quando ci troviamo davanti agli enormi crepacci.
Nella zona centrale del Vatnajokull s’incontrano fratture lunghe km, con uno spessore di
Secondo campo base a quota
Durante la notte la temperatura scende di molti gradi con l’aiuto di un forte vento da nord (dia. Bandiera), la temperatura scende a – 5° C.
Dormire era difficoltoso a causa del forte vento, ma finalmente ci liberava dalle nuvole e dalla nebbia (dia nulla)
.Il giorno seguente il sole splendeva alto nel cielo.
Colori, silenzi, interrotti da fruscii e urla dei venti, lì nel mezzo del Vatnajokull a circa
Non più schiave del nostro corpo, libere e indipendenti.(dia tenda)
Smontiamo nuovamente la tenda, il vento forte da nord non ci lascia mai, ci dirigiamo verso il Kverfioll.
Tornano i grossi ammassi nuvolosi.
I panorami mozzafiato scompaiono di nuovo….nel “nulla”.
Il vento da nord ci soffia in faccia per tutta la giornata, rallentando la progressione.
Percepiamo dei tremori provenienti dal ghiacciaio, lì dove tutto è pianeggiante.
Con sgomento pensiamo a ciò che è al di sotto di noi, ed è tremendamente pericoloso: i vulcani attivi sottostanti.(Jokullaup).
Dopo 8 ore di marcia montiamo la tenda, nevica, prepariamo un pasto caldo.
L’interno della tenda in quel momento era il paradiso sopra l’apocalisse.
I tremori continuano per tutta la corta notte islandese, pensiamo che nel 1998, ci fu l’ultimo Jokullaup (esplosione del vulcano sottostante il ghiacciaio).
Un inferno d’acqua bollente e ghiaccio.
I pensieri e un vento fortissimo, che darà non pochi problemi alla nostra tenda, ma passiamo comunque la notte.
Il giorno seguente, il tempo non migliora e siamo completamente immersi nella nebbia, il vento si placa e continua a nevicare.
Siamo in due, lì, ospiti di un mondo ostile per l’essere umano. Nel frattempo preleviamo altri campioni d’acqua e ghiaccio sperando di trovare qualche microrganismo per
La nostra mente ormai era uscita dagli schemi tradizionali del mondo “civilizzato”, erano i nostri istinti primordiali di sopravvivenza, che regolavano le nostre ore.
Il mondo dei ghiacci era diventata la nostra “casa”. Ci sembrava di essere vissuti da sempre in quei posti.(dia)
In lontananza avvistiamo il Kverfioll (
Sensazioni primordiali, che innalzano la percezione del sentirsi vivi, apprezzandone ogni piccola sfumatura.
“ Vedi, io vivo nel regno dei sogni; la montagna mi introduce nel regno della realtà. Di fronte alla vita e alla morte, si dimostra a se stessi la propria sincerità”. Gary Hamming
Davide Peluzzi
..guardando il Kverfioll - "Orfeo Expedition"
L'Uomo e l'Universo
“L’uomo, nel corso della sua storia, spinto dalla sua sete di conoscenza, si è inoltrato nelle silenziose immensità del Polo Artico; un luogo dalle strane luci del cielo, meravigliosi e solitari panorami, visioni che portano sgomento e stupore nell’animo, simili al fascino dell’esplorazione umana dell’Universo…."
Davide Peluzzi n http://www.exploralimits.com/
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